Lamborghini Urus: Record a 298 Km/h sul ghiaccio!

RAF, la Federazione Russa dell’Automobile riconosciuta dalla FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile), ha registrato ufficialmente il record di velocità stabilito dal Super SUV Lamborghini Urus a marzo 2021 sul ghiaccio del lago Baikal in Russia durante i Days of Speed. Il pilota russo Andrey Leontyev, detentore per 18 volte dei record registrati durante i passati Days of Speed, ci ha spiegato cosa significa per lui stabilire questi record. Con una velocità massima di 298 km/h e una velocità media con partenza da fermo di 114 km/h sui 1000 metri, la Lamborghini Urus ha dato prova di prestazioni straordinarie e di una manovrabilità eccezionale nonostante la trazione ridotta a causa del ghiaccio e delle forti raffiche di vento.

Andrey Leontyev, nato e cresciuto a Mosca, ha sempre nutrito una passione viscerale per i motori e le auto e il sogno che inseguiva da sempre era quello di guidare le auto più veloci al mondo, stabilendo record in condizioni estreme: “Quando ho visto per la prima volta il ghiaccio sul lago Baikal, ho capito subito che si trattava di una condizione perfetta. Nel resto del mondo i record venivano stabiliti su strade asfaltate e laghi salati, luoghi che in Russia non esistono. Il ghiaccio, al contrario, non ci manca: ecco come ho avuto l’idea. Tempo fa decisi di andare a correre sul lago Baikal con un amico. Tutti pensavano che fosse inutile, ma noi eravamo decisi a raggiungere il nostro scopo. Negli ultimi dieci anni FIA ha riconosciuto ufficialmente i nostri record su ghiaccio: rispettiamo tutti i regolamenti FIA e disponiamo di un ambiente in cui stabiliamo i record, validi a tutti gli effetti.”

La Urus, dotata di un motore V8 biturbo da 650 CV con una potenza specifica tra le più alte della sua classe e il miglior rapporto peso/potenza, è uno dei Super SUV più veloci al mondo: è in grado di passare da 0 a 100 km/h in 3,6 secondi e da 0 a 200 km/h in 12,8 secondi, toccando una velocità massima di 305 km/h. Nonostante ciò, Leontyev ha sperimentato una connessione profonda con la vettura: “Il vantaggio più grande della Urus è la sua assoluta versatilità: è una vettura davvero facile e comoda da manovrare in qualsiasi situazione con la quale diventi un tutt’uno. Nonostante la sua notevole potenza e il comportamento da supersportiva, la Urus concede molto spazio al pilota mentre lo assiste. Sono sicuro che anche chi ha meno esperienza potrebbe comunque ottenere buoni risultati guidandola in pista, oltre a poter sfruttare l’auto con grande stile nel tempo libero. I presupposti su cui si basa questa vettura sono sbalorditivi: nulla è stato sacrificato per far posto ad altro. È perfetta sotto ogni aspetto. Ho un enorme rispetto per i risultati ottenuti dall’azienda, che è riuscita a fare qualcosa che nessuno era mai riuscito a fare prima, proprio come nel caso del mio record.”

Stabilire record su ghiaccio non è una semplice vocazione derivante dall’amore per lo sport e dal desiderio di adrenalina, ma rappresenta anche un contributo importante all’ingegneria automobilistica: “Siamo un laboratorio di prova indipendente. Gli ingegneri automobilistici possono vedere come si comportano le loro creazioni quando vengono spinte al limite su una superficie 10 volte più scivolosa dell’asfalto sotto una pioggia torrenziale: se riesci a mantenere il controllo di una vettura che corre a 300 km/h su una pista di ghiaccio naturale e irregolare, superando dislivelli con le sospensioni sempre al limite, guidare un’auto sull’asfalto bagnato o ghiacciato a 90 km/h non ti sembra più così difficile. Le tecniche che si adottano in condizioni estreme si possono applicare facilmente alla vita quotidiana, rendendo la guida più sicura, semplice e divertente. I designer e gli ingegneri automobilistici moderni si adoperano al meglio delle loro capacità per garantire la massima sicurezza delle vetture e permettere allo stesso tempo alle persone di godersi l’esperienza di guida. Per questo, il piacere che ne deriva è qualcosa a cui non sono disposto a rinunciare.”

Autore dell'articolo: Paolo Calovolo

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