Record di presenze al Raduno del Registro Italiano Volvo d’Epoca

È stato caratterizzato da una partecipazione record di auto ed equipaggi e da un grande successo di pubblico il Raduno Nazionale 2021 del Registro Italiano Volvo d’Epoca, svoltosi a Bologna lo scorso sabato 2 ottobre. Si è trattato della settima edizione del raduno annuale dei proprietari di Volvo d’annata da quando le attività del club associativo sono rientrate sotto la gestione diretta di Volvo Car Italia, nonché la prima dopo lo stop imposto lo scorso anno dalla crisi pandemica. Comprensibile quindi l’evidente l’entusiasmo manifestato dagli oltre cento soci intervenuti, che hanno apprezzato la prima opportunità di condivisione dopo molti mesi di chiusure e di divieti.

Fra le 58 vetture iscritte e partecipanti, da segnalare modelli di grande prestigio come la coupé P1800 – autentica icona di stile Volvo – o le berline PV444, PV544 e Amazon (quest’ultima anche in versione station wagon). Ben rappresentati anche modelli più recenti come la 144, la 164, la 244, la 245, la 262C, la 264 (molto rara in Italia e presente con un esemplare magnifico), la 740, la 760 e la 850 (berlina e station wagon). Nutrita la rappresentanza di 480, uno dei modelli Volvo di maggior successo in Italia che mantiene immutato il suo appeal. Per venire a tempi decisamente più recenti, si sono fatte ammirare anche la C70 Cabriolet, la V70XC Cross Country (appartenente al Registro) e una delle primissime V70 D5, anno 2001.

Il programma prevedeva il punto di raccolta e di partenza presso il Volvo Congress Center nel quartiere fieristico di Bologna, dove erano esposte la P1800 con carrozzeria Jensen di proprietà del Registro e una nuovissima Volvo C40 Recharge. Un’accoppiata che ha voluto testimoniare, una volta di più, il senso del concetto di Heritage inteso come ponte fra passato e futuro passando per il presente. 

Il percorso definito comprendeva una parte dei viali di circonvallazione di Bologna, la salita panoramica verso la Basilica di San Luca e la sosta in due delle piazze centrali della città: Piazza Galvani (dove sono state esposte a contatto con il pubblico 25 delle auto partecipanti) e Piazza Minghetti (dove hanno fatto passerella altre 33 auto Volvo).

Il Raduno ha dato anche l’occasione per la consegna di una serie di riconoscimenti a Soci che per motivi diversi si sono distinti. Così, sono stati premiati con una pergamena incorniciata Vincenzo Bertieri, Filippo Cagnoni e Gianluca Faggioli, i Soci che per primi hanno fatto da story-teller in video pubblicati sulle pagine Heritage del sito di Volvo Car Italia. Giusto e meritato premio anche per Manuel Toniato, Andrea Bussi, Alessandro Rossetti, i tre Soci che con una 242 del 1980, una 244 del 1980 e una 740 del 1987 sono arrivati nello scorso mese di agosto a Capo Nord dopo aver reso visita al Museo Volvo di Göteborg. Quasi 9.000 i km percorsi dalle tre vetture fra viaggio di andata e ritorno.

I partecipanti al Raduno hanno ricevuto il saluto di Michele CrisciPresidente Volvo Car Italia, che non ha mancato di sottolineare l’importanza del concetto di Heritage per il marchio Volvo: Abbiamo sempre considerato l’attività del Registro Italiano Volvo d’Epoca come cruciale, perché racconta nel migliore dei modi la storia di Volvo, valorizzando alcune delle vetture di maggior successo che abbiamo lanciato nel corso degli anni. Per noi è questione di Autenticità: è questo il senso che diamo al termine Heritage. Il patrimonio del passato dà valore al presente e ci lancia verso il futuro. L’autenticità della nostra storia è un pilastro importante per noi, perché su questa autenticità Volvo basa la propria coerenza sia in termini di sviluppo tecnologico sia in termini di valori di marchio. La Sicurezza è sempre stata la nostra bandiera; ebbene è proprio vedendo le cinture di sicurezza introdotte nel ’59 sulle nostre auto che non possiamo che essere fiduciosi sul futuro che ci attende, in cui la sfida sarà data da automazione e intelligenza artificiale. Perché il DNA Volvo è sempre lo stesso.

 

Autore dell'articolo: Paolo Calovolo

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