Audi: alla Dakar 2022 con un concept full electric

Audi è il primo costruttore al mondo a prendere parte in veste ufficiale alla Dakar con un innovativo prototipo elettrico con range extender.

Il 2 gennaio 2022 prenderà ufficialmente il via la 44esima edizione della Dakar, il rally raid più affascinante e impegnativo nel panorama marathon. Audi è il primo costruttore al mondo a prendere parte in veste ufficiale alla Dakar con un innovativo prototipo elettrico con range extender. La Casa dei quattro anelli è pioniere della rivoluzione energetica nei rally raid e mira a lottare per la vittoria assoluta contro competitor dotati di motorizzazioni tradizionali.

La Dakar costituisce la coerente sintesi dei due mondi che rappresentano i pilastri nella storia sportiva Audi: l’endurance e i rally. Se Audi è stata la prima Casa automobilistica a vincere la 24 Ore di Le Mans con un modello a propulsione ibrida, il successo nei rally ha decretato la straordinaria efficacia della tecnologia integrale quattro.

Oggi la trazione integrale è una soluzione tecnica condivisa sia dalle vetture da competizione sia dalle auto convenzionali, ibride plug-in ed elettriche dei quattro anelli.

Nel 1981, Audi quattro ha rivoluzionato il mondo delle corse su strada. Non meno straordinaria l’esperienza nell’endurance: nel 2012, Audi R18 e-tron quattro è stata la prima vettura ibrida al mondo a conquistare la 24 Ore di Le Mans, ribadendo il proprio primato nei due anni successivi e conquistando due titoli piloti e costruttori nel FIA World Endurance Championship (WEC). Dal 2014, infine, Audi compete con successo in Formula E. Dopo sei anni d’attività, il team Audi Sport ABT Schaeffler è la squadra di maggior successo in Formula E con all’attivo 43 podi, tra cui dodici vittorie. Tra gli highlights, la vittoria del titolo piloti nel 2017 e del titolo costruttori nel 2018.

Nonostante la Casa dei quattro anelli vanti molteplici trionfi con auto avanguardistiche per le rispettive epoche, Audi RS Q e-tron ha già conquistato il titolo di vettura da competizione del Brand più evoluta e complessa mai realizzata.

E’ dotata di tre powertrain derivati dalla monoposto Audi e-tron FE07 di Formula E: due MGU (Motor Generator Unit), una in corrispondenza di ciascun assale, si occupano della trazione, mentre una terza unità agisce quale generatore per contribuire alla ricarica della batteria ad alto voltaggio, specie in frenata. Non essendo possibile attingere energia nel deserto, Audi ha optato per una soluzione on board: l’accumulatore viene rifornito durante la marcia grazie all’azione di un range extender. Funzione, quest’ultima, affidata al performante quattro cilindri TFSI – turbo a iniezione diretta della benzina – derivato dal DTM, il Campionato Tedesco Turismo.

Un motore, quest’ultimo, straordinariamente efficiente e all’avanguardia quanto a riduzione degli ingombri e delle vibrazioni, che verrà utilizzato durante le prove speciali esclusivamente per generare energia destinata alla batteria. Ciò significa che la trasmissione di Audi RS Q e-tron è elettrica al 100%. Audi prevede di percorrere in modalità full electric anche le interminabili sezioni di trasferimento caratteristiche del rally raid africano.

Audi RS Q e-tron può contare su di una potenza massima di sistema di circa 680 CV. Il prototipo dei quattro anelli, dotato di trasmissione monomarcia, beneficia di una sensibile semplificazione meccanica rispetto ai competitor con motori tradizionali, rinunciando al classico albero di trasmissione e al differenziale centrale a vantaggio della riduzione delle masse e della possibilità di variare in pochi centesimi di secondo la strategia di ripartizione della spinta tra avantreno e retrotreno.

La Casa dei quattro anelli ha sviluppato internamente, in collaborazione con un partner specializzato, la batteria ad alta tensione.

Tanto le MGU quanto il motore TFSI richiedono un circuito di raffreddamento dedicato. Ciò significa che in vettura vi sono ben sei sistemi di gestione termica, considerando anche l’intercooler e il condizionamento dell’abitacolo. Non meno complessi i software adottati e i sistemi elettrici ed elettronici, tanto da richiedere due unità di controllo centrali e circa quattro chilometri di cavi in vettura, senza contare gli elementi del sistema ad alta tensione.

Sin dagli albori del progetto Dakar, il team d’ingegneri Audi è impegnato nel garantire la sicurezza degli equipaggi e l’integrità di Audi RS Q e-tron in qualsiasi condizione. Grazie alla combinazione di acciai altoresistenziali di derivazione aerospaziale, alluminio, Kevlar e materiali in fibre composite, l’avanguardistico prototipo elettrico con range extender è in grado di affrontare le straordinarie sollecitazioni caratteristiche del rally raid africano.

La cellula abitacolo e la struttura portante di Audi RS Q e-tron sono costituite da un telaio a traliccio in tubi che, per regolamento, deve essere in metallo. Audi protegge i propri equipaggi mediante pannelli in CFRP, carbonio misto a poliuretano termoplastico, inseriti negli interstizi del telaio stesso e integrati in molteplici punti dallo Zylon: un polimero termoindurente che impedisce la penetrazione di oggetti appuntiti e taglienti e, al tempo stesso, scherma pilota e navigatore dal sistema ad alta tensione.

I sedili di Audi RS Q e-tron sono realizzati anch’essi in CFRP e s’ispirano alle sedute utilizzate nel DTM e nell’endurance. La struttura del telaio attinge a tecnologie e soluzioni affinate per decenni in molteplici discipline.

A completamento del concept di protezione del sistema ad alto voltaggio di Audi RS Q e-tron, la Casa dei quattro anelli adotta un monitor ISO, di derivazione LMP (Le Mans Prototype), per tenere sotto controllo eventuali sbalzi di tensione. Qualora si verifichi un incidente e venga rilevato un carico cinetico oltre soglia, l’intero sistema si spegne. Contemporaneamente, un segnale acustico e alcune spie lungo la carrozzeria comunicano ai soccorritori lo stato di pericolo.

Sebbene la Dakar si sviluppi prevalentemente in ambito desertico, il powertrain è schermato dall’acqua, specie in caso di guado. E qualora si sviluppi un incendio, il sistema d’estinzione si avvale di un agente elettricamente inerte.

Il progetto Audi RS Q e-tron è stato realizzato in tempi record, circa 12 mesi, e rappresenta la massima espressione del claim Vorsprung durch Technik (All’avanguardia della tecnica). Dopo i test in Germania e Spagna, il Team si è diretto verso il caldo del Marocco, affrontando il deserto e le dune in due sessioni di lavoro. Le tre squadre di piloti hanno testato il prototipo con il numero di telaio 103 per un totale di oltre 2.500 chilometri attraverso i terreni più sfidanti.

A garantire una solida esperienza dakariana c’è il team Q Motorsport GmbH, che cura lo sviluppo e la gestione del prototipo elettrico in collaborazione con Audi Sport.

Alle sollecitazioni estreme caratteristiche dei rally raid, la Dakar aggiunge peculiarità quali l’alternanza di sabbia, acqua, freddo, grandi dislivelli e il temibile fesh fesh, la sottilissima polvere del deserto che si insinua ovunque. L’evento marathon, che dura due settimane e prevede tappe giornaliere lunghe sino a 800 chilometri, richiede grande esperienza per tutti gli equipaggi. Optando per l’avanguardistico concept di propulsione Audi, la sfida è ancora più impegnativa.

Mattias Ekström, Emil Bergkvist, Stéphane Peterhansel, Edouard Boulanger, Carlos Sainz, Lucas Cruz

Ragione per la quale la Casa dei quattro anelli schiera al via un vero e proprio “dream team”. A Stéphane Peterhansel, il pilota più vittorioso di sempre alla Dakar, e Carlos Sainz, che ha ottenuto tre successi assoluti ed è un campione del mondo rally, si affianca Mattias Ekström, driver eccezionalmente versatile con il quale in passato Audi ha celebrato innumerevoli vittorie. Oltre a performance velocistiche straordinarie, ciascuno di loro apporta competenze e motivazioni uniche. E lo stesso vale per i navigatori, Eduard Boulanger, con Peterhansel, Lucas Cruz, con Sainz, e Emil Bergkvist, con Mattias Ekström, che giocano un ruolo cruciale durante la competizione.

 

 

Autore dell'articolo: Marina Federico

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